lunedì 6 settembre 2010


Per la ricostruzione seguente siamo grati al gruppo di studiosi storici facenti capo al circolo C.R.A.L. di Treviso dove, perfezionando il metodo per giocare a calcio balilla con i calzini nelle buchette, sono riusciti a produrre prove sicure che avvalorano la nostra ricostruzione.
Durante la primavera del 1548, a seguito delle richieste da parte degli estensi di un quantitativo enorme di pavarazze da destinarsi alle libagioni per la nascita del primogenito maschio della famiglia, tutti i vongolari attivi nel Comacchiese e nel Chioggiotto si adoperarono per soddisfare i bisogni della corte (1). Fra questi tale Marcolin Raspa si segnalava tra i più attivi nel consegnare alla signoria sacchi ricolmi del prezioso bivalva. Mentre giornalmente le imbarcazioni di corte risalivano i canali fino a Ferrara con il prezioso carico – in massima parte fornito dal buon Marcolin – montava un certo disappunto, figlio certo dell’invidia, da parte degli altri vongolari, di certo non molto contenti del sempre maggior prestigio che il Raspa aveva a corte.
“ A ghe un tranel !!” era il comune sentire tra i raspatori di conchiglie invidiosi del nostro.
Il 5 Aprile 1548 la lite generale scoppiò: bande rivali di vongolari si affrontarono nella laguna chioggiotta prima dell’alba. Divisi in due schieramenti rivali, novelli guelfi e ghibellini, pugnarono senza esclusione di colpi. Di questo scontro rimase per secoli il tradizionale palio del vongolaro di Chioggia: i rappresentanti dei diversi quartieri marinari si affrontavano con sacchi di juta ripieni di gusci di vongole colpendosi ripetutamente il basso ventre. La vittoria era proclamata per abbandono dell’altra squadra. Memorabile l’ultimo palio svoltosi nel 1965: i quartieri dell’Orologio e Porta Ferrovia si affrontarono per quattro giorni continuativamente. Per permettere il protrarsi dei randellamenti e vista la mobilità degli schieramenti in campo, fu necessaria la chiusura della statale Romea per diverse ore fino a quando il sindaco proclamò un salomonico risultato di parità.
Tornando a quel lontano scontro della metà del cinquecento, i documenti scritti ci narrano che al culmine della battaglia, quando il Marcolin da tempo cercava di cavare un occhio con le tenaglie di una granseola al vecchio Gastone Veronin e mentre quest’ultimo aveva scafandrato la testa del primo con una nassa per polpi, i due litiganti furono distolti dai loro disegni omicidi dall’arrivo dell’anziana cuoca della famiglia Semenzato che reclamava del pesce per la cena serale. Vista la situazione, al Raspa ed al Veronin non restò altro da fare che sancire un armistizio improvvisato e prendere a calci in culo la vecchia tentando di finirla a colpi di remi sulla nuca.
L’ episodio è riscontrabile nel cap. VII del “ De bello vongolae “ di Monsignor Laudadio, volumetto ancora oggi usato nei licei del Delta del Po dai professori di latino. Ne faceva cenno anche Calvino nel suo “ Il barone rampante “ in alcune pagine poi non pubblicate dall’editore. L’occasionale alleanza ebbe modo di ripetersi poco dopo, quando anche le rimostranze del prelato della piccola cappella sul cui sagrato si erano spostati gli scontri, furono affrontate in pieno accordo: il sacerdote fu ricacciato in canonica con una manciata di gamberi e la promessa di far ottenere a tutti una indulgenza plenaria. (2). Ormai gli eventi stavano per far sbocciare una grande idea, ma andiamo avanti con la nostra ricostruzione storica. Puntuali come gli strizzoni di pancia dopo il caffè, al tocco delle campane sbucarono dai canali le chiatte da Ferrara che reclamavano il carico quotidiano. Con terrore il Raspa ed il Veronin notarono che , a parte qualche sacchetto di vongole recuperate tra le natiche di Adorno Fanin e Frugolino Cavier - oggetto di goliardici tiri da parte di altri combattenti – nulla avevano da offrire. Non solo, i vongolari attivi, in grado di lavorare erano ridotti in numero risibile. Non rimaneva che affrontare uniti anche questo problema: agli emissari estensi venne comunicato che quel giorno non si era potuto pescare perché non si era verificata la bassa marea mentre il prezzo delle pavarazze doveva passere da 3 a 4 scudi il sacco altrimenti sarebbero stati costretti a vendere il frutto del loro lavoro alla signoria Malatesta, ghiotta anch’essa di vongole. Era nata la prima lotta di classe e la prima corporazione di pescatori del delta, esempio cooperativo che tanta fortuna avrebbe avuto in un futuro ancora lontano.
La cooperativa L’ Operosa di Lamporecchio, la compagnia della Ricciola di Livorno e l’accademia dello sgombro di Cesenatico non sarebbero nate senza la prima corporazione di vongolari del basso delta.
1) Si legga a tal proposito il rievocativo “La salama da sugo, pavarazze e pan pepato…….ed il brucia culo è assicurato” Astolfo Pignattaro – Ferrara 1905
2) Si vedano “La vita mistica dopo l’assunzione di frutti di mare“ – Bari 1642 Edizione a stampa della collegiata delle Carmelitane e “Il brodetto di pesce : la mia fede” - Orazio Nelson, Newcastle 1812

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