venerdì 13 febbraio 2009


Da questo numero del nostro periodico - che torna in circolazione dopo molto tempo - è nostra intenzione dare voce a quegli eroi minori di casa nostra, che hanno fatto la storia “nelle seconde linee “, ma senza i quali anche le grandi gesta non sarebbero state possibili.
Non certo per citare la famosa scuola filosofica di Rich Van Hallen del “meglio in mezzo alle palle che da nessuna parte”, ma evidenziando fatti, eventi che hanno assoluta rilevanza.


Il primo illustre personaggio di cui vogliamo trattare è un certo Teseo Rimbaldi Rasponi da Tredozio
( Tredozio 1471 - ? ).

In breve il nostro, dopo una delusione amorosa – pare che la sua ganza a seguito di una certa “mancanza” fosse fuggita in una casa di tolleranza londinese lasciandogli un biglietto in cui spiegava di aver ricevuto notizie sul fatto che le palle del Principe di Galles fossero a quadretti come l’omonimo tessuto – fu colto da una grossa crisi esistenziale.
Vendute le proprie cose ricavandone quasi un cazzo si imbarcò su un piccolo veliero di un mastro vetraio fermo a Porto Corsini per riparare l’albero maestro.
Ricomparso misteriosamente a Marsiglia e persi per l’ennesima volta i suoi averi in una bisca (Si legga la celebre novella di Richard Platini “ Il dado in culo “, efficace spaccato sul mondo delle bische clandestine nei bassifondi francesi), si imbarca su una nave spagnola – la S. Cristobal – diventando in breve tempo un beniamino del porto di Barcellona per le colossali mangiate di paella e le memorabili gare di rutti contro il campione locale Pedrito. A tal proposito dà alle stampe la sua opera omnia “Corrida de cuerpo“ Madrid 1490 Editore Banderillas, in cui illustra i lati negativi dell’alimentazione spagnola.
Teseo diventa in breve tempo un autore del buon bere e del buon mangiare, guadagnando sempre più fama e gloria grazie anche al suo ristorante “ El Calamaro Rojo “, messo su grazie alle cospicue donazioni di donna Flor Gonzales Arrojo , benestante nobildonna non sposata, della cui bruttezza il Rasponi si lamenta spesso nelle lettere al cugino Osvaldo Guerrini di Campiano .
Il carteggio completo conservato presso la biblioteca Classense fu trafugato durante l’ultima guerra, ricomparso poi sulle bancarelle di un mercatino di Borello nei primi anni ’70, è ora in contenzioso tra il Paul Getty Museum e lo stato italiano.
El calamaro Rojo diventa in breve tempo il ristorante degli armatori e comandanti dei bastimenti che stazionano al porto di Barcellona, comprese le navi da guerra, sempre più numerose visto il crescente potere politico e militare della Spagna.
Per vicende a noi sconosciute diventa intimo del Commodoro Manuel Garzia Gonzales Paco de Lucia che lo introduce addirittura a Corte.
Qui prepara i rinfreschi per le nipotine della Regina Isabella di cui fornisce un preciso ritratto nel già citato scambio epistolare col cugino Guerrini: “ Ella ha fatto della testa del consorte un così florido fiorir di corna che al solo avvicinarvisi si resta impigliati “.
A questo punto entra in gioco un petulante genovese di nome Cristoforo Colombo che da tempo bussa alle porte della corona spagnola per ottenere una o due golette ed una cinquantina di ergastolani con l’idea di fare un giro in barca oltre le isole Canarie. Non riuscendo ad ottenere nulla più di qualche promessa il ligure cerca alleati a corte e trova nel nostro romagnolo un insperato alleato se non altro per affinità di lingua.
Come ricostruito dallo studioso lughese Ercole Zattoni famoso fra l’altro per il suo “ Compendio della Civiltà Contadina ad uso degli studiosi onde evitare di pestare le merdone di vacca e farsi pinzare dai tafani “ Cesena 1795, il fervido romagnolo avrebbe offerto una valida occasione al Colombo dopo il capodanno del 1491. Riconosciute infatti le culotte della “troja regina“ all’interno della carrozza del marchese Vanito Rodrigez Puentes Felipe Vinicious de Moraes, consigliò infatti al genovese di insistere, durante l’ultimo colloquio con la sovrana, sulla descrizione di un particolare ricamo della lingeriè regale.
In questo caso non possiamo dire con certezza quale sia il labile confine fra realtà e leggenda, fatto sta che – come tutti sappiamo – le caravelle furono ottenute così come una ciurma di tutto rispetto.
Dopo il secondo viaggio di Colombo, Teseo Rasponi ricevette come ringraziamento una cospicua somma con la quale lasciò per sempre Barcellona trasferendosi alla corte di Francia dove se ne perdono le tracce quasi subito salvo poi ritrovare presso l’ippodromo di Parigi una scuderia guidata dal marchese Tesè Rimbold il cui miglior cavallo fu per anni un certo “ Cagnazz “.

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